L’imprenditoria femminile sta assumendo un ruolo sempre più attivo in questo periodo economicamente molto difficile per il nostro paese. Il malcontento e il progressivo declino sono sotto gli occhi di tutto ormai. In tutto il mondo le donne della sfera produttiva cercano di vincere la crisi mostrandosi forti e combattenti: l’innovazione soppianta il malumore e la voglia di cambiamento prende il posto dell’incapacità di reagire. Strategie semplici ma basate su ottimi input costituiscono i tratti essenziali per guardare allo sviluppo economico italiano. Ciò che può realmente fare la differenza è la connettività: non solo come aspetto tecnico, ma soprattutto intesa come relazione che coinvolge diversi individui. In un’economia che vuole vincere la crisi non c’è spazio per la chiusura mentale e l’egoismo: bisogna restare uniti e imparare a condividere. I giovani sono coloro che maggiormente sentono l’angoscia per il futuro e, demoralizzati, cercano all’estero nuovi opportunità lavorative. Soprattutto nell’ultimo anno l’incremento di cervelli in fuga si è accentuato (+28,8%). Nel 54% dei casi si trattia di giovani con meno di 35 anni d’età. I motivi che spingono ad abbondare l’Italia sono purtroppo molteplici: desiderio di crescere professionalmente, di trovare lavoro, di migliorare la propria qualità di vita e di fare nuove esperienze lasciandosi alle spalle un paese che sembra non avere più nulla da offrire. Dove sbaglia l’Italia? Manca di condivisione, questa è il problema principale. Il 56% degli italiani non ha avuto nessun coinvolgimento civico negli ultimi due anni, un dato che non può passare inosservato. La partecipazione è necessaria e individuabile in una causa collettiva: vincere la crisi è possibile, ma solo se si resta uniti.